Il percorso da me intrapreso comincia a Santa Teresa di Riva, il paese che custodisce i miei ricordi da liceale e che adesso è sempre pronto ad accogliermi nei periodi di pausa dall'università. E' stato curioso scoprire come luoghi a me molto familiari abbiano fatto da sfondo per un libro e leggendone le descrizioni è stato facile immedesimarmi negli spazi. Le sorprese continuavano nelle ricerche sulla storia del nome (i fenici chiamavano questa zona Tamar, una variante del mio nome!) e sui film che avessero Santa Teresa come scenario.
Il compito di proteggere il paese è affidato a delle chiavi, protagoniste di una festa ispirata al mito di Proserpina. Le chiavi spesso appaiono come oggetti piccoli e semplici, ma sono cariche di significato simbolico e di importanza pratica. Di esse vengono fornite classificazioni, approfondite attraverso i materiali, l'anatomia e i brevetti. Una presentazione così tecnica potrebbe essere alla base di un museo della chiave.
Pensando all'uso quotidiano che si fa di una chiave, probabilmente il posto più comune dove trovarla risulta la casa; potrebbe invece apparire bizzarro vederla in cucina o come oggetto di diverse forme d'arte, come la musica, il cinema o nei fumetti.
La forma tipica che si associa ad una chiave è stata conferita da Linus Yale, che eliminò la scomodità della pesantezza e dell'ingombro prima caratteristiche dell'oggetto. Un ulteriore evoluzione si ebbe quando dalla chiave materiale si passò ad una digitalizzata come la password, con conseguente implemento della sicurezza dato il coinvolgimento della scienza e della tecnica; ciò che rimane immutato è la sua funzione.
Dal punto di vista simbolico, la chiave può rappresentare il potere di svelare o tenere nascosto qualcosa e ad essa possono essere associati dei numeri, inoltre il significato stesso della parola può assumere diverse sfumature attraverso dei proverbi.
Tutti i concetti sono stati riordinati in una mappa concettuale e illustrati con un abbecedario, insieme anche a una nuvola dei nomi.