sabato 16 novembre 2019

#14 - La chiave come simbolo

In tempi più lontani, quando la maggiore età avveniva con il compimento dei ventuno anni, il dono per questa celebrazione era un ciondolo chiave, così da poter essere considerati portatori di chiavi all'interno della famiglia, diventando responsabili e insigniti di oneri e onori allo stesso tempo.
E' una antica tradizione ormai trascurata, ma il simbolismo permane riferendosi adesso al diciottesimo compleanno. Qualsiasi traguardo (come la maggiore età, il diploma o la laurea) è considerato occasione di nuovo inizio.
Le chiavi sono sempre state dotate di un certo misticismo: si ritiene avessero il potere di rilevare cose prima sconosciute o oscure. Nelle culture dell'estremo oriente, le chiavi sono considerate un regalo di buona fortuna e portatrici di buoni auspici: si credeva che indossare una chiave come ciondolo aprisse barriere fisiche, intellettuali o spirituali e desse accesso a ricchezze di ogni tipo.
I racconti popolari parlano di una "chiave di scheletro" in grado di aprire con successo ogni desiderio, così il ciondolo chiave, se indossato, rappresentava nuovi orizzonti e nuove avventure inesplorate.
Nei giorni moderni, il ciondolo chiave è visto come simbolo di affidare a qualcuno l'accesso al proprio cuore, manifesto di fiducia e impegno. L'affidamento viene conferito analogamente a quello della "chiave di una città", usanza e tradizione tramandata per secoli.
Regalare una "chiave di una città" a un individuo risale al Medioevo come simbolo e intenzione della città che il destinatario potesse entrare e uscire dalla città liberamente. Oggi è un gesto simbolico, conferito a persone distinte e ospiti onorati per risultati e meriti di alta importanza e valore.


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